Osservo i gesti e interpreto le debolezze di ogni persona. Apro gli occhi all'incolumità dell'essere umano, cercando di andare oltre ogni malignità.

giovedì 11 luglio 2013

SKINNY


A casa dei miei genitori ci sono vari armadi pieni zeppi di vestiti di un mio passato ormai andato. Spulciando qua e là ho trovato dei jeans rossi, così anni novanta da farmi perdere il respiro per le risate. Pensavo alla mia spudoratezza del mio essere adolescente, e guardando bene quei pantaloni ho notato anche la minuscola taglia. Diciamo che oggi, anche se sono sempre assai esile, non mi sarebbero entrati. Quando avevo quattordici anni, evidentemente sì. In quel periodo, il mio essere Skinny invece di fare invidia, come potrebbe accadere alle adolescenti di oggi, mi cambiava l’umore, in negativo. Non che io ne capissi il motivo, ma le mie compagne di classe mi dicevano, con aria disgustata che la mia taglia trentotto era per una bambina di nove anni. E ora che ricordo bene anche le mie zie, sorridevano guardano le mie caviglie, quelle poche volte che ho indossato una gonna. Ricordo il loro sarcasmo: ridicole, sembrano degli spilli! Ed io che andavo in camera a rimettere i soliti pantaloni con l’elastico sotto il tallone: un modello che ti permetteva di nascondere proprio quelle caviglie così magre. In questi anni la tv ha cambiato la moda e la filosofia di vita delle persone, e molte donne cercano di comprare quella magrezza che io avevo e ho nel mio DNA. Le ragazzine fanno di tutto per avere la mia trentotto, che oggi a trentacinque anni è divenuta una quaranta. Poi, riflettendoci ancora, capisco che è sempre stata sola invidia, perché le mie amiche e le mie zie, conoscendomi bene, sapevano quanto io adorassi mangiare. Era proprio questo il problema: mangia ciò che vuole ed è sempre in linea! Essi! Il mio metabolismo ha accelerato le invidie di molte persone. Ed io ho imparato a giustificarmi: è la mia costituzione, sono come mia madre… non facendo altro che peggiorare la mia situazione. Poi all’improvviso la situazione cambiò radicalmente e nei mie vissuti giù al nord solo ammirazione, seppur sempre sarcastica. Lo so mangio davvero tanto ma credetemi non è colpa mia se non ingrasso neanche di mezzo etto. Tu puoi permetterti qualunque vestito, mi diceva la mia amica di Bologna, non ti valuti abbastanza, mi diceva ancora guardando le mie gambe magre dalle esili caviglie. Cara amica non so te, ma io sono cresciuta col complesso del fisico non omologato alle curve delle donne mediterranee, dai fianchi larghi e generosi, dalle braccia forti per sopportare cinque sei figli da cullare. Io, a quanto pare non sono generosa e non avendo ancora figli non ho bisogno di braccia così forti. Figurati che guardando il mio sedere tondo e piccolo dicevo tra me e me: perché, caro sederino, non sei in grado di riempire dei jeans un po’ più grandi, sei così piccolo! Oggi amica mia, mangio sempre quello che voglio senza ingrassare e vado fiera della mia naturale magrezza. Anche se nelle feste comandate io sono, a mio malgrado, al centro dell’attenzione di tutti i miei parenti che pur conoscendomi da una vita, mi ripetono: mangia, mangia, mangia, non vedi come sei magra! Ed io mangio, ma parlando tra di loro, mormorano a tono basso: non penso proprio che a casa abbia la voglia di cucinarsi, visto che vive sola, non mangerà tanto a casa, figurati! Si farà una frisa col pomodoro, ecco perché non ingrassa… non mangia.

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