Osservo i gesti e interpreto le debolezze di ogni persona. Apro gli occhi all'incolumità dell'essere umano, cercando di andare oltre ogni malignità.

giovedì 26 aprile 2007

AGATA E IL GATTO E LA VOLPE

Agata aveva 26 anni era alta 1,65, capelli neri, corti fino al mento, pelle bianchissima e occhi azzurri. Curiosa e affascinata dalla vita.
Lunatica ma simpatica.
Profumata.


Sembrerebbe assurdo invece è stupendo..
È questo il primo pensiero di Agata, da oltre un anno è tra le braccia di due uomini, di due amici, di due come loro!

Ci sono delle volte in cui ti sembra di aver vissuto già tutto e in quei momenti sei alla ricerca di una grande novità o in ogni caso di qualcosa che non ti aspetti anche se a cambiare sia soltanto il colore delle tende della tua stanza.
Agata si trovava proprio in uno di questi momenti quando una mattina si svegliò e disse alla sua coinquilina che lei sarebbe andata a studiare tutto il giorno in ateneo e che avrebbe cenato sola in qualche locale che avrebbe fatto di tutto per conoscere nuove persone che la portassero in altre direzioni.
Quello che non conosceva Agata era proprio il fatto che lei da li a poco avrebbe, senza fare alcuno sforzo, conosciuto due “tipi” che la sua vita l’avrebbero cambiata è come!
Era solo andata nel bar della sua università per bere l’ultimo caffè della serata prima di fare altro e anche perché era orario di chiusura della biblioteca quando si avvicinarono al bancone anche due ragazzi che lei non aveva mai visto prima eppure in quell’ateneo aveva passato degli anni interi.
Loro non aspettarono molto prima di provarci scherzosamente anzi a dire il vero a provarci era uno dei due, il più carino… ma quello che ancora non sapeva Agata è che a volte quando pensi che ti sia successo già tutto ..in realtà non ti è ancora successo niente. ..

Sembravano il gatto e la volpe, uno ammaliava l’altro stuzzicava e lei giocava e tutto era bellissimo, era incominciato per caso e continuava per mancanza di altro.
Per dei mesi Agata scelse il gatto, era bello, vestiva elegante sembrava un nobile di altri tempi ma caratterialmente era sfuggente e a letto.. era meccanico nell’estasi, dolce nell’ approccio e forse era proprio per queste strane caratteristiche che lei lo teneva con se, come se dovesse aiutarlo.
Bussava alla sua casa anche a notte fonda e il più delle volte non diceva una parola, lei lo faceva accomodare nel suo letto e portava un gran freddo da fuori, lei era calda ed era nuda, lui era freddo e teso ma questi contrasti facevano di Agata una ragazza ispirata e volta a capire la vita..
Molte altre volte lui non si faceva sentire e non rispondeva al telefono, in un primo periodo non ci faceva neanche caso, continuava a studiare a uscire con le sue amiche e si divertiva molto, Agata era una privilegiata in quel periodo molti la corteggiavano e le donne la adulavano e imitavano, non era certo una persona sola e come aveva sempre fatto cercava di continuare la sua vita.
Ma la sopportazione come sempre ha un limite e un giorno soffocata quasi, dalla sua ansia, uscì di casa e andò dalla volpe per chiedere informazioni sul gatto che ormai da una settimana era chissà dove. Andò a casa di Pietro con un’ira irrefrenabile, invece quando entrò le passò tutto, lui la volpe, era stranamente serio e ascoltò tutto quello che lei diceva, le offrì anche un caffè e la chiacchiera addirittura volse in altre direzioni.



Agata era rilassata e non le importava più di sapere dove poteva essere Michele, il gatto, anzi ormai sorrideva e Pietro incominciava a fare anche delle battute divertenti, parodie assurde e lei come al solito con lui si divertiva come una matta.

Pietro aveva 23 anni, alto 1,78, magro, sodo, pelle scura, occhi grandi e neri, labbra sottili, denti drittissimi e bianchi. Era schivo ma divertente, geloso e possessivo, fanatico ma non lunatico, geniale ma poco intraprendente.
Michele aveva 24 anni, alto 1,74, magrissimo, biondo, pelle dorata, labbra carnose, sorriso travolgente, pieno di virtù e stile, arrogante e lunatico, serio ma contraddittorio.

Ad un certo punto entrò in casa Michele che appena vide Agata fece un espressione di disgusto che lei non aveva mai visto fino a quel momento, non domandò niente ne a lui ne a lei , si comportò come al solito salutando Pietro e poi visto che lei era in evidente soggezione Pietro per lasciarli soli uscì da casa dicendo di andare a comprare una 50 di fumo.

Cosa voleva Michele?
Aveva fatto di tutto Agata, lo aveva accolto fra le sue braccia anche quando doveva solo buttarlo fuori a calci e lui se ne era sempre approfittato perché in fin dei conti Agata che era circondata da bella gente aveva gli occhi che cercavano amore e quando si cerca affetto si sa che le persone sono deboli e anche in un piccolo gesto di cortesia si può intravedere il grande amore.

Appena lui uscì, Michele la guardò come se avesse espropriato un suo luogo e le disse “ che ci fai qui ?” e lei “ ma non capisco cosa vuoi visto che non è casa tua” lui non aveva più scuse ma era nervoso ugualmente perché la verità era che la voleva tutta per se anche se si comportava in quel modo, anche se lui non si faceva sentire per giorni e anche se quando la incontrava in pubblico non l’ aveva mai abbracciata né sfiorata.. era sua comunque anche perché per mesi Agata aveva lasciato che tutto questo accadesse.
Ma adesso era stanca e non si divertiva più con quel gatto che aveva perso completamente tutto il suo charme e soprattutto aveva perso la leggerezza perché si era accorto di amarla ma per lui non era il momento, era questa la decisione che aveva preso ma con i sentimenti si sa non è mai cosa facile e lui per la prima volta in vita sua stava vivendo qualcosa che non aveva messo in conto di vivere.Era proprio come un gatto, tutti i suoi passi erano calcolati e lui aveva deciso che l’amore sarebbe dovuto arrivare molto più in là quindi era spiazzato da se stesso, da quello che provava.
A volte, dopo che in pubblico quasi denigrava Agata, dopo alla notte tornava nel suo letto e le diceva di stringerlo forte perché aveva bisogno di lei … e lei lo stringeva e lo baciava e lo accarezzava come se non fosse mai successo niente anche se già sapeva che all’ indomani tutto sarebbe svanito.

Agata incominciò ad andare sempre più spesso a casa di Pietro, capitava che facevano colazione insieme o che andavano a fare la spesa per il pranzo ed era vissuto tutto senza imbarazzo, solo quando arrivava l’altro cadeva soggezione nella casa.
Un giorno Pietro le disse che non ci doveva andare più da lui sola che ci doveva andare quando ci andava Michele, lei ci restò malissimo si mise ad urlare dicendogli “ perché Pietro? Vi ho conosciuti nello stesso momento,conosco lui da quando conosco te e se poi io sto vivendo dell’ altro con lui questo non centra niente con noi e poi con te ci sto bene”.
Lui rispose “ eh si.. ci stai bene con me, io ti faccio ridere mentre lui ti fa piangere cosa vuoi di più?”.
Agata non capiva quel sarcasmo in quella voce e nei suoi occhi aveva visto risentimento per qualcosa, ma lei ancora non voleva sospettare niente, andò via da casa sua con i libri nella borsa tornò in università a studiare, a cercare di riprendersi un po’ le sue abitudini, quelle accantonate per stare dietro a dei tipi veramente strambi.

A casa da sola pensava ma non aveva idea del comportamento da intraprendere era come inerte e non sapeva bene il perché lei si sentiva trasportate da questi due ragazzi sentiva di affidarsi senza fidarsi e poi godere di entrambi.
La notte non riusciva a dormire e chiamò Michele al telefono che stranamente rispose gli parlò in un modo dolce troppo forse ma lei accettava tutto e anche se molto tardi accettò la sua visita.
Lui arriva lascia per terra lo zaino si leva la felpa blu col cappuccio va da lei, la prende la spoglia, penetra il suo corpicino e poi un attimo dopo vai via sempre più affranto perché lei non lo lasciava mai indifferente e chi stava soffrendo era proprio lui.
Tornò nella sua casa, lei dormiva tranquillamente; la mattina seguente viene svegliata da Pietro che la vorrebbe con lui a pranzo, come se non le avesse detto mai niente di brutto, lei ci va felice anzi di più, non racconta niente non chiede niente ridono e scherzano come hanno sempre fatto perché lui è cinico al punto giusto è critico nei confronti delle persone come lei vorrebbe e i loro pensieri abitano in uno stesso vagone.
Pietro ama il profumo di Agata è sempre li a ripeterlo a sussurrarlo e avvicinandosi molto al suo collo e Agata in quei momenti voleva violentarlo ma era immobile perché la storia con lui non era nata per essere consumata in quel modo era molto più perversa perché animata da pensieri interni a se stessi fatta di emozioni di cose già dette anche se mai rivelate e la sensazione di scoprire che incominciava a fare effetto anche il suo corpo la spaventava un po’.
A volte la notte rimaneva a parlare della loro infanzia e di quanto fossero sensibili e sensitivi nei confronti di loro stessi, scoprivano cose su di loro che comunque avevano già immaginato e quella stanza si trasformava in una cripta misteriosa dove confessarsi senza mai dire troppo.

Tutto ritornava ad essere falso irreale quando in casa arrivava anche Michele, i sorrisi si spegnevano le frasi erano dette tanto per dire ma nessuno dei tre mollava.
Erano tutti e tre li a fare non si sa cosa, lei sentiva addosso l’ orgoglio di essere contesa dai due senza poi neanche dirselo, si trapelava solo dai loro sguardi che in realtà erano al corrente di tutto, si parlavano con gli occhi non volevano esplodere perché erano amici e si volevano rispettare, come dire “ io so tutto e so che tu sai” a lei sembrava assurdo ma stava li affascinata e ferma, sentiva però anche la frustrazione di non vivere alla fine nessuno dei due per davvero e questo lo sentiva crescere giorno dopo giorno e non poteva farci niente era come drogata e loro lo erano per davvero molte sere erano in casa a farsi di MDMA e rimanevano in casa a giocare alla PlayStation e lei stava diventando sempre più triste nessuno più parlava con lei né lei parlava con loro ma ogni sera comunque si ritrovavano li insieme ad odiarsi e amarsi tutto senza dichiararsi e senza ormai fare più niente, perché Agata aveva anche smesso di vedere Michele da sola lo incontrava li a casa della volpe.



In un’altra occasione e in altri periodi Pietro non le sarebbe mai piaciuto era l’eccesso fatto persona ed era un folle eppure a lei piaceva e sorrideva nella sua stanza perché era sempre stata un po’ superficiale nelle scelte dei ragazzi nel senso la prima cosa che “prendeva” era l’aspetto fisico e quindi quanto a lei piaceva fisicamente.. invece Pietro non era bello ma la attirava sempre più verso di lui e stranamente di lui si fidava e non era poi così lontano dalle sue idee.
Agata andava sempre più spesso a casa di Pietro e se ne fregava se all’improvviso arrivava Michele, gli faceva un sorriso, delle battutine e delle grandi chiacchiere, lei in quella casa ormai era a suo agio e Michele se ne rendeva perfettamente conto, lei apriva con disinvoltura cassetti armadi, cucinava, puliva, insomma come se fosse sua.

Pietro e Michele non ne avevano ancora parlato e forse non ne volevano proprio parlare.
Tra uomini a volte va così, tra sguardi e occhiatine varie.
Le donne si sarebbero già uccise con insulti e strappi di capelli.
Ma la sera Michele l’ accompagnava a casa, sembrava fosse solo un gesto nobile verso una donna ma in realtà non voleva che Pietro e Agata rimanessero soli in casa come se la notte fosse diversa dalla mattina. Ma lui era così e quindi l’ accompagnava sempre a casa ma Agata poi ritornava da sola da Pietro, passavano la notte insieme e la mattina tra le undici e le dodici andava via perché da li a poco come di consueto sarebbe dovuto arrivare Michele.
Le notti erano ancora più incredibili per loro, per due come loro e soprattutto per lei che amava fare della sua vita un grande film.

La prima volta che fecero l’ amore lei provò quell’imbarazzo che da sempre gli provocava, come se qualcosa gli diceva di stare attenta, come se stavano insieme ma non era giusto starci, era molto strana la sensazione che si creava quando questi due esseri si univano, ma era forte più forte di qualsiasi cosa al mondo.
Lui non era il massimo della gentilezza e non era dolce ma lo faceva perché aveva perfettamente capito cosa attirava Agata cosa non annoiava Agata, lui la prendeva sempre con forza anche se poi l’ abbracciava come se fosse l’ultima volta, come se avesse paura di perderla ogni istante, quella donna che aveva visto in casa sua ma era del suo migliore amico.
Come se non se la meritasse, invece Agata pensava che non era giusto nascondersi, che non era giusto scappare al mattino e che era giusto dire tutto a Michele.






Agata era in camera sua, la casa la condivideva con una sua amica che era nella stanza accanto,
la chiamò e la invitò ad andare a cena a casa “loro”, anche se in realtà era solo di Pietro la casa ma le due amiche si capivano in questo modo. Elena la sua amica non era d’accordo, non ci voleva andare ma Agata le disse “ ci devi venire perché oggi glielo dico a Michele che io e Pietro stiamo insieme e se ci vado da sola come faccio?” .” tu devi intrattenere Pietro e io con la scusa di prendere un po’ d’ aria esco fuori e faccio uscire con me Michele”.

Elena a quel punto accettò, si prepararono e andarono a cena a casa “loro”, non erano state invitate in realtà, quindi entrarono in casa e si autoinvitarono ufficialmente e naturalmente cucinarono Elena e Agata mentre i due guardavano dei video-clip in televisione.
In realtà Agata chiamò Michele e lo fece entrare in cucina dicendogli “ti devo dire una cosa” lui la interruppe “ inutile che mi guardi in quel modo Agata! Ti stai vedendo con Pietro non sono stupido e non capisco cosa vuoi da me tanto non siamo stati mai insieme”.
Agata rimase attonita perché lo sguardo di Michele era pieno di cattiveria e lei non capiva il motivo, era lui che non aveva mai accettato il suo amore, era lui che diceva che non era il momento giusto per innamorarsi ed era lei che aveva fatto di tutto per un suo abbraccio o per andare solo a prendersi una birra con lui e parlare del più e del meno ed era stato lui a dire che le situazioni di coppia le detestava e che non sarebbe mai uscito con lei da solo e che da soli si sarebbero visti in casa da lui o in quella di lei. E adesso? Perché quello sguardo di cane bastonato?




Iniziò a piangere Agata, e scappò via da quella cucina e da quella casa, quell’ egoismo la faceva soffrire, lui pretendeva la sua anima senza aver mai dato niente neanche una carezza.
Lasciò di cucinare e andò via da quegli assurdi tipi, andò via da quegli atipici ragionamenti, ormai aveva capito che forse erano tutte menzogne e che nessuno aveva bisogno di lei.
Non credeva e non voleva più niente.
Michele uscì dalla cucina alzando le spalle e facendo finta di non capire ma orgoglioso di aver fatto capire a Pietro che lui se voleva la poteva fare ancora soffrire.
Perché la sfida era diventata tra loro due sottovalutandone le conseguenze.


La sera, sul tardi Elena tornò a casa e disse ad Agata che Pietro era giù che l’ aspettava, non aveva mai saputo dire di no a Pietro e anche in questa occasione andò a raggiungerlo.

Pietro la guardò intensamente sembrava anche parecchio devastato da nervosismo poi le afferrò il viso con le due mani e disse “ ed io?cosa centro io?” Agata lo baciò e per la prima volta non erano in casa, non erano nascosti e non temevano di essere notati, lui la strinse a se con forza e disse “ sei contenta adesso?volevi questa cazzo di dimostrazione ma io non avevo paura di nessuno neanche prima è solo che non sopporto dare sempre delle dimostrazioni e tu lo sai benissimo, vero, stronza!”
Lei sorrideva perché è vero che lo sapeva, con lui era tutto diverso le assomigliava giocavano insieme a costruire situazioni da film ma l’ amore era vero, leale.
La storia da quel giorno non cambiò poi così tanto, lui la possedeva solo in casa sua ma di quello che lei faceva fuori non gli interessava, lui prendeva tutto quello che gli dava spontaneamente e sapeva che ad una sua chiamata lei non si sarebbe mai rifutata.

Ma da quel giorno passarono molte estati e molti inverni, di lontananza di piccoli momenti fatti per stare insieme e poi passarono anche gli anni il che significa che loro stavano crescendo e tutto si stava compromettendo perché Agata come tutte le donne ad un certo punto aveva bisogno di stabilità e lui certo non gliela dava, anche perché ormai le loro strade erano così diverse che era quasi impossibile incontrarsi.


Perché, questa storia andava avanti da se, lui faceva in modo che Agata avesse la possibilità di trovare un uomo che la trattasse come una principessa che le desse tutto quello di cui lei aveva bisogno perché tanto sapeva che quella parte che gli altri non riuscivano a darle, quella parte scura, quell’ ombra , quel modo di vivere in bilico e di contraddizioni l’ aveva solo lui e aveva ragione, Agata non poteva farne a meno. Lui lo diceva sempre “ ami essere trattata come se stessi vivendo in un film” e Agata sorrideva
E poi Pietro le continuava a dire che prima o poi l’ avrebbe sposata e che prima o poi avrebbero avuto dei figli.
Anche in questi vissuti paralleli loro si amavano e si cercavano.
Passavano gli anni, tutto cambiava, anche gli uomini che facevano compagnia ad Agata ma quel Pietro non andava via.
Non vivevano più neanche nella stessa città ma quando lei lo pensava fortemente come per magia lui la chiamava per telefono o le inviava un messaggio.
Agata lo andava anche a trovare, di rado, ma ci andava ancora, quando si guardavano e anche per caso in qualche festa i due finivano per toccarsi e abbracciarsi, stuzzicarsi e baciarsi.





Gli anni passavano veloci e così le serate passate insieme ad altre persone, ad altri amici e ad altri amanti. Pietro, nelle poche volte che si vedeva con Agata, aveva sempre più paura di perderla ma sempre come se fosse un grande gioco le chiedeva “lo ami?”e lei naturalmente rispondeva con un no!. Quella, negli ani era diventata la frase di rito, solo quelle parole tenevano unite quelle due strane persone ma gli incontri diventavano quasi impossibili, per la lontananza, per quelle diverse strade intraprese e soprattutto perché Pietro dopo tanti anni era rimasto ancorato alle stesse abitudini senza mai crescere, evolversi e anche le loro conversazioni telefoniche erano diventate vuote, stanche, inutili perché lei era stanca di non viverle con lui quelle esperienze di doverle solo raccontare, perché comunque non sarebbero arrivati da nessuna parte con le loro interminabili chiacchiere e sapeva già che oltre Pietro non sarebbe mai andato, oltre a quei pensieri che alludevano un mondo fantastico che peccato non era mai esistito e non poteva esistere.
Perché a volte si ha voglia di chiarezza si ha bisogno di persone che indicano il nostro percorso, per capire di più di quella vita così difficile da assimilare e gli scherzi e le serate passate a fumare non bastano più… all’ improvviso.
Agata vorrebbe avere la sicurezza anche solo per un attimo di avere tutto tra le mani, di avere al fianco un uomo che la curi e la segua per il resto dei suoi giorni.
Un uomo con cui crescerci insieme, con cui andare a scoprire nuovi mondi e nuovi luoghi, aveva bisogno di tutto quello che Pietro non le avrebbe mai dato.
Aveva da poco capito e afferrato di volere conoscere l’ amore senza più giocare.

Con gli anni infatti, anche lui di tanto in tanto aveva delle donne al suo fianco ma quando si incontravano lui le chiedeva sempre “ lo ami?” e lei “no e tu con quella che stava con te l’ altra sera?” “no” rispondeva Pietro, si abbracciavano e si baciavano sempre come se fosse l’ ultima volta perché la verità era che potevano perdersi in ogni momento erano troppo esposti fuori da quella casa, da quel nido.. non ci si può accontentare di quei pochi attimi perché ce ne sono tanti altri di attimi in cui le persone si sentono sole e se in quei momenti qualcuno ti accarezza, ti parla e soprattutto ti ascolta tu apprezzi e poi se la stima aumenta la storia va avanti e il resto diventa una nuvola di fumo.

In uno dei loro ultimi incontri i due erano visibilmente nervosi e non venne loro spontaneo di abbracciarsi e di baciarsi .
Agata si era innamorata di un ragazzo conosciuto nella nuova città e lui aveva conosciuto una bella signorina che allietava bene le sue serate e si era anche affezionato perché lui non l’ avrebbe mai ammesso di essersi innamorato lui avrebbe sempre lasciata una porta aperta e tutto andò avanti solo con i loro pensieri e di pensieri vissero nel loro tempo.

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