
Guardami, mangiami con quegli occhi!I più belli che ho mai visto, i più caldi i più neri.
Guardami e guai a perdermi di vista.
Perdiamoci fino a non capire se sono loro a inseguirmi o se sono io a indirizzarli a me.
Guardami e mangiami.
Parlo con me stessa e con me stessa grido quando qualcosa non va come doveva andare. Non è mai colpa mia, condannata come sono ad accontentare altri. Colpa mia, appunto, colpa della mia stupidità. Nessuno ha tante carattestiche così in contraddizione tra loro, io si e me ne pento, mi pento ogni giorno delle scelte che faccio. Invoco occhi che non mi dovrebbero perdere di vista, mentre farei bene a non perdere me stessa attraverso il mio sguardo, che invece è attento sempre e solo all'altrui vita.
La debolezza sfianca la mia psiche e la mia psiche sfianca il mio esile corpo.. . . . . . Come sono alti questi alberi attorno a me e come vorrei essere sola ad ascoltare questi uccelli che ora volano vicino il mio balcone! Rondini e merli circondano questo palazzo, costruito dopo la seconda guerra mondiale.
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